La legge attuale in Italia sulla vendita della Cannabis CBD

Il tema della cannabis light è un argomento che al giorno d’oggi crea forti discussioni; istituzioni come l’ONU e l’OMS hanno espresso la loro opinione in merito facendo capire che desiderano ci sia un approccio più costruttivo riguardo alla cannabis.

Dato che c’è molta disinformazione intorno all’argomento e quello che si sa non è sempre chiaro, la maggior parte delle persone curiose si lasciano spaventare troppo e ci pensano su più volte prima di acquistare determinati prodotti per paura di ricevere contravvenzioni.

Questo capita, il più delle volte, perché si fa ancora molta fatica a riconoscere la cannabis legale da quella illegale.

 

Cos’è il CBD e perché è diverso dal THC

 

Si tratta, senza dubbio, di due principi attivi presenti nella cannabis e nella marijuana, la differenza sostanziale tra i due è che il THC causa effetti psicotropi il che ha reso la cannabis illegale all’inizio degli anni 30 in America; quando invece si parla di CBD non si tratta di una sostanza stupefacente anzi, molto scienziati e ricercatori ne hanno scoperto dei grandi effetti benefici a livello terapeutico; la storia antica avvalora questi studi dato che in passato la canapa era utilizzata in campo medico nonostante non fossero avanzati dal punto di vista scientifico come i nostri giorni.

 

Quali sono le normative attuali sulla Cannabis

 

In campo legislativo c’è un’enorme differenza tra i due elementi, infatti per la legge italiana la cannabis è considerata illegale ma stando al decreto 242 del 2016 c’è una linea sottile che divide il prodotto legale da quello non autorizzato.

La coltivazione e la commercializzazione della cannabis vengono considerati legali quando nelle composizioni chimiche il valore di THC non supera lo 0,2%, mentre per la presenza di CBD non sono segnalati valori da rispettare.

Nella legge sono specificati anche i cambi in cui è possibile utilizzare o meno questi prodotti come ad esempio l’alimentazione, le bonifiche e la cosmetica.

Un elemento da tenere in considerazione quando si acquistano prodotti contenenti questi eccipienti o i semi stessi della pianta, è la provenienza perché devono essere certificati in relazione ad un elenco europeo e di avere a propria disposizione tutti i documenti necessari che lo attestino in modo da non incorrere in controlli o sanzionamenti legali.

 

Cosa specifica la legge sull’assunzione del CBD

 

Anche se in Italia è presente una legge che specifica quali sono i parametri necessari per l’acquisto e la coltivazione di queste sostanze, e nonostante il CBD non sia ritenuto illegale in nessuna sua forma, ci sono molti punti grigi al riguardo che non vengono espressamente menzionati come l’assunzione tramite inalazione o l’ingerimento.

Considerando ciò è doveroso sapere che tutti gli utilizzi che vengono fatti di questa sostanza che non sono espressamente esposti nella legge italiana possono essere considerati illegali e quindi mettono il cittadino a rischio di pesanti sanzioni.

Per questo ed altre motivazioni, al di fuori dalla propria abitazione è sempre opportuno portare con sé la documentazione certificativa dell’acquisto del CBD se se ne è in possesso è anche opportuno avere cura di conservare le fatture d’acquisto per almeno un anno.

Nel caso in cui non esista nessun testo legislativo che si esprima in maniera chiara e dettagliata in merito alla legalità di ogni utilizzo di prodotti a base di CBD costituisca una lacuna evidente, ma non è da escludere che in tempi non troppo lontani questo aspetto verrà chiarito.

Purtroppo, triste a dirsi, questa è la situazione legislativa del cannabidiolo in Italia. Pur essendo un prodotto utilizzato anche a scopo terapeutico, e senza effetti psicoattivi, il suo statuto non è ancora chiaro.

L’unica cosa che possiamo fare in merito è augurarci che in futuro venga fatta chiarezza su un tema che, ricordiamo, riguarda una sostanza senza alcun potere drogante.

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